PIETAS
Pietas – 2015
ITA
Questa immagine è dedicata ai migranti dispersi nel Mar Mediterraneo. Al futuro che abbiamo perduto. Alle innumerevoli identità, mestieri, talenti, anime, potenzialità, menti e cuori che non conosceremo. Come Cristo, vittime innocenti sono oggi condannate. Ancora oggi la madre raccoglie il figlio prematuramente tra le braccia. Addolorata, arrabbiata, ammonisce chi la guarda. La Pietà diventa un simbolo e come tale parla, è oggi. I fatti di cronaca rispecchiano lo spirito del tempo. La pietà il potere di far comprendere, tocca sul vivo, diventa una porta che fa entrare nel profondo della nostra umanità.
La figura di Maria che genera “senza conoscere uomo”, mi fa pensare a lei anche come un’allegoria, come una metafora. Non un concepimento biologico con un figlio biologico, ma forse un concepimento che viene con se stessi, simbolico, spirituale.
Un modello che va al di là del genere maschile e femminile, ma che ognuno di noi ha in sé. Noi stessi siamo la madre e siamo il figlio, al contempo. Siamo chi genera e siamo il futuro. Siamo Madre ogni volta che diamo alla luce Dio o un’I-dea, quando facciamo nascere ”dal seno” (ovvero dal cuore), quando custodiamo il futuro senza sapere che cosa sarà, quando creiamo senza conoscere il frutto ossia quando concepiamo l’Altro da sé, e che sappiamo poi che perderemo dal momento in cui lo metteremo al mondo, proprio perché è l’Altro.
Siamo Maria ogni volta che incarniamo il Verbo, cioè facciamo vivere un ideale. Ogni volta che sappiamo dire un grande Sì e con esso accogliamo. Quando concepiamo, cioè capiamo.
Comprendiamo, ovvero conteniamo in noi. Volto pieno di grazia e al contempo di angoscia, un tratto sul viso segnato dal Thauma, meraviglia e sgomento, per quel “figlio” le è strappato. E un figlio morto in grembo, è il futuro spezzato.
La pietà è un gesto che a farlo, a guardarlo, fa sentire il suo peso, ma anche la capacità del nostro amore che, forse, è il lato più eroico dell’essere umano. Una piccola denuncia, un funerale. Per non dimenticare e per riflettere.
Giulia Perelli
expo 2019 Teatro Garibaldi, Palermo
(Per acquisto: perelligiulia@gmail.com)
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EN
A little while ago I created this image in dedication to the millions of refugees that lost their lives in the Mediterranean Sea. It is to honour the scores of individuals, souls, talent, potential, hearts and minds of all those that we lost in those waters. Again another human being has died. And again a mother holds her dear creation in her arms, prematurely. Grieving, angry and warning those who see. This image is a gesture of piety. It beckons us to open the door and enter deep into our humanity. The more we repeat it the more powerful the symbol becomes. It has the capacity to make us understand and to transform us into heros. This is an invitation to feel what has happened. To do as they do and feel the weight of our hearts, our heroic ability to love.
This is a small complaint.
A funeral.
To remember and to reflect.
Giulia Perelli
Annunciazione – 2014